mercoledì 7 gennaio 2009

sinossi












Andrea è uno studente in giurisprudenza gentile e un po' timido, che ama osservare la strana umanità che abita il suo condominio. Mary è una ragazza madre, sola; soffre di allergia ed è innamorata di suo figlio, il piccolo Occhiblù.
Peppe è il portiere del palazzo, siciliano e sempre in lotta, armato di lupara e antica saggezza.
Le loro vite si incrociano assieme a quelle di tanti altri nel cortile del palazzo, sulle scale e nell'androne.
Personaggi "piccoli", come lo sono sempre gli esseri umani di fronte alle geometrie del caso.
Protagonisti più o meno consapevoli di un cosmo pittoresco, dove l'acqua è l'elemento ricorrente e un po' folle. Un angolo di mondo fatto di quotidianità, di amori e perdite, di crescite e cambiamenti, raccontati attraverso lo sguardo di un "piccolo osservatore". In bilico tra reale e fantastico, nascono e vivono le vicende di questi personaggi, ricchi di mille sfaccettature in cerca di un equilibrio, di una risposta alle proprie esistenze, dentro e fuori da questo strano condominio, ai confini della galassia.


in vendita da: Feltrinelli - Melbookstore - Mondadori - Robin libreria, Via Silla, 43 - Fierobecco, Via Cornelia, 45 - Pellicanolibri, P.za Ormea (Casalotti) - Libreria Tilopa, Via Fonteiana, 61/A (Villa Pamphili) - Libreria Boccea, Via Boccea, 249

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3 commenti:

  1. Quattro chiacchiere tra non vivi





    Alla solita ora, del solito giorno, del solito mese, del solito anno….Luigi
    arrivò come suo solito…. in ritardo.
    Eh che sarà mai! Esordì, tanto per mettere le mani avanti,
    perché mentre lo diceva stava andando in lungo e in largo su un panegirico, un volo davvero pindarico che, anche per uno come Luigi, ma anche fossero stati due di Luigi o tre…beh insomma il volo era davvero troppo pindarico per qualunque Luigi, ma proprio nel mondo dei Luigi.
    Non come questi voletti che si fanno low cost… che alla fine sai che parti, ma non sai che arrivi
    e allora cominci a telefonarti duecento volte e ti dici:
    Oh ma quando atterra? Avevi detto alle 22…eh sì lo so ma sai i bagagli….l’antiterrorismo…

    Va beh basta. Che è un modo di dire, mentre si racconta… come a dire; fatto sta…
    (e allora lo uso subito)... fatto sta che arriva Gianni, il cameriere,
    prima infermiere ed ex cammelliere in pensione, già paracarro del comandante Spearm
    alla guerra dei tre giorni del condom, una guerra persa in partenza e con un arrivo davvero imbarazzante.
    Comunque ora cameriere e che cameriere…un fior fiore del servizio, uno su cui ci potevi contare
    ma anche cantare e soprattutto camminare sopra.

    Allora di chi sono i due cappuccini con la schiuma da barba di frate? E la bomba con la crema per le mani? E il cornetto portafortuna con la marmellata al veleno? E il caffé lungo che lo portiamo in tre…un metro per uno? E chi ha chiesto l’orzata di forza palestrata? E per chi è il babà…visto che siete duddi sgaboli?....oh posso andare avanti anche per ore…ma mi fermerò qui.

    Va beh basta. (sempre tra l’interloquire… intercalando)

    Di botto e senza preavviso….eh infatti le cose di botto sono così! Pepe lancia uno strarnuto
    atipico…sì perché di solito gli starnuti li conosciamo… escono pure loro di botto ma non è che fanno tutto sto puzzo e soprattutto mica fanno il fumo….invece oh! Pepe fumava eccome,
    dopo anzi, m’ha fatto accendere pure a me.
    E prese a raccontare di come sua moglie, buonanima…s’era beccata
    una malattia lì per lì… e alla fine, talmente l’aveva beccata che era morta…praticamente tutta sbeccucciata e con la carne lambita dalle onde dell’odio.
    Che non hanno niente a che vedere con le onde della radio…suona uguale, come suono…ma la radio suona meglio. Anzi la radio suona decisamente meglio, non scherziamo.

    Intanto che si raccontavano storie come questa…ma non sempre questa, è un modo di dire…
    Il tempo passava e passiva rendendo più dolce lo scorrere di sé stesso, ma anche più alcolico
    e spiritoso proprio tutto. E non salutava nessuno. Mai una volta, almeno a detta di Gigi il trombone… esso, il tempo…aveva salutato qualcuno, il contrario sì.

    Va beh basta! Sta di fatto che finiti cornetti e bombe, non ci rimase altro che arrenderci al nemico
    per evidente scarsità di munizioni, non era un disonore e ci concessero l’onore delle armi.
    Luigi disse: non ne voglio sapere un cazzo di passare davanti a quei crucchi che ridono di noi e... detto fatto ordinò uno strudel e se lo inghiottì in un sol colpo… con la faccia di un matto.
    Vi faccio vedere io come muore un italiano, gridò… stronzoni stranieri.
    Poi si slacciò le scarpe da solo…si rifiutò la benda sugli occhi, sempre da solo e non volle manco l’ultima sigaretta, infatti se la offrì e poi disse… no grazie…tutto da solo….chiese invece un supplì, tanto per fare il cazzaro…e lo ammazzarono subito, nel senso che il plotone sparò da solo senza l’ordine del comandante...
    sai quei gesti reattivi tipo... fallo da frustrazione?.... Ecco, una cosa del genere.

    Chissà forse una sigaretta l’avrebbe salvato per almeno cinque minuti, come si vede spesso nei film che poi arriva una trovata di sceneggiatura, un capovolgimento nella storia… e magari ti salva il culo….

    Ma lui no! Disse supplì!!!
    E allora capirai ci fu una raffica così incazzata che alla madre, il corpo… glielo portammo in cinquecento scatoline di minerva….e comunque manco in ordine.
    Ossicini sparsi come fiammiferi scapocchiati… budellette come cicche spente e organi interni senza più nemmeno un tasto, né bianco né nero…davvero una visione da rigattiere di strumenti sfasciati, ma non vogliamo spingere questo tasto…che poi non c’è. Va beh basta. (stavolta un vero basta)

    Nel bel mezzo della sparatoria, quindi a testa bassa e stesi a terra, si era fatta quasi ora di pranzo,
    per quel che vale l’ora di pranzo dopo tutta quella roba, ma diciamo che la tradizione vuole che si va a pranzo a quell’ora, che poi è l’ora di pranzo…non per insistere su uno sterile punto, ma diciamo per mettere i puntini a questo orologio tutto bianco che non si capisce che ora è!
    Mezzogiorno disse Pepe guardandomi….
    sì Pepe… segui il discorso… che mi dici l’ora? era per dire.

    Alle dodici e diciassette ci si alzò dal baretto con le chiappe che avevano tutte la texture delle sedie di plastica intrecciata. Tranne io che, essendomi seduto sugli allori, avevo il culo che sapeva
    di Apollo farcito.

    Ma ora se dovessi dire la verità….beh è passato tanto di quel tempo che i ricordi si son fatti
    distanti, la testa si è fatta confusa, le immagini si son fatte nebbiose…ed io che…insomma qui in quest’orgia dove tutti si fanno questo e quella sta a vedere che sono l’unico che non scopa mai…
    eh no eh!!


    fine

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  2. sei un grande non vedo l'ora che tu ne scriva un altro.......se tanto mi da' tanto.........il buongiorno si vede dal mattino!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  3. un romanzo che ci riporta al passato quando i condomini erano animati, confusionari e allegri. ora purtroppo non è più così! bravo roberto, un tuffo nel passato con un pizzico di nostalgia e tanta spensieratezza che niente e nessuno ci può togliere.
    concetta

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